Negli anni Venti, un tedesco inventa le vele tonde
Nel 1925, il mondo nautico fu messo a rumore dalla comparsa di navi tedesche azionate da propulsori che sembravano
gigantesche bobine di cotone.
Alcuni esperimenti compiuti all’Università di Gottinga, nel 1922, avevano dato all’inventore Anton Flettner l’idea di costruire le rivoluzionarie rotonavi. Flettner aveva constatato che la pressione del vento su un disco rotante era molto più forte di quella esercitata su una vela «classia». Le sue rotonavi si basavano su quel semplice principio.
Erano dotate di due rotori, ciascuno dei quali azionato da un motorino posto alla sua base. Girando a una velocità quattro volte superiore a quella del vento, i rotori producevano una potenza 15 volte superiore a quella di una vela delle stesse dimensioni. La pressione del vento sui cilindri poteva essere aumentata facendoli ruotare, e anche il punto di pressione si poteva cambiare. Un vento laterale poteva essere sfruttato per spingere la superficie posteriore dei cilindri, mandando la nave avanti anziché spingerla di lato.
Molto prima che si pensasse di applicarlo alle navi quel principio era ben noto agli sportivi. Nel baseball, il lanciatore fa ruotare la palla in modo che la pressione dell’aria sulla superficie faccia deviare il percorso della palla e inganni il battitore. Lo stesso avviene nel tennis.
In un primo tempo, si disse che la rotonave di Flettner era più veloce delle navi a vela, poco costosa e facile da manovrare. Riusciva ad avanzare in mezzo alle tempeste usando solo la potenza dei piccoli motori a benzina. Una normale nave a vela doveva calare tutte le vele durante un uragano, mentre la rotonave poteva continuare a navigare.
Nei viaggi transoceanici, poi, le rotonavi raggiungevano la velocità di 17 nodi; erano piccole imbarcazioni di circa 6()0 tonnellate, con due rotori che sembravano enormi fumaioli, alti 20 m e con un diametro di 3 m.
Economiche da manovrare
Gli entusiasti di quella novità predissero che, presto, sulle navi di tutto il mondo si sarebbe adottata la propulsione a rotore. I vantaggi della rotonave sulle normali navi a vela erano la semplicità e l’economia di manovra. La nave di Flettner necessitava di un equipaggio ridotto dell’80% rispetto alle normali navi a vela. La rotonave era inoltre in grado di virare o invertire la direzione in modo semplice e rapido.
Ma meno di 20 anni dopo, le nuove, rivoluzionarie imbarcazioni furono tutte demolite. A causa dell’incessante vibrazione del rotore, avevano avuto tutte seri problemi meccanici e non si erano dimostrate affidabili perché, bene o male, dipendevano anche loro dal vento.
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